La notizia rimbalza da Rimini, dove viveva da tempo e combatteva contro la malattia. Aveva 81 anni. Otto anni alla guida del Diavolo: è stato l’unico, assieme a Malavolta jr, nel 1986 a vincere un torneo pro. I funerali in Cattedrale a Teramo
TERAMO – L’addio a Ercole De Berardis, il presidente per antonomasia della Teramo calcio, è dei più dolorosi. Per chi lo ha vissuto professionalmente e personalmente, come fu per Romy Malavolta, significa chiudere una saracinesca su un’epoca della vita che ha segnato pagine epiche del calcio biancorosso.
Se n’è andato nella notte a Rimini, all’età di 81 anni. Combattendo contro la malattia, come era nel suo carattere di guerriero, anticonformista, critico e verace. Da anni viveva in Romagna con la moglie Romana Gambacorta, da ‘imprenditore in pensione senza pensione’, come si definiva. Ma ha sempre mantenuto fisso il suo desiderio: tornare a riposare nella sua città, con cui ha sempre aveva un rapporto dai forti contenuti affettivi.
‘Ercolino’ è stato, nella storia biancorossa, assieme a Malavolta jr., l’unico presidente che ha vinto un campionato professionistico con il Teramo. Era la stagione 1985-86, in panchina sedeva il ‘suo’ Rumignani. Tra i due non si sapeva chi fosse il gatto e chi la volpe. Ci avevano provato due anni prima, ma non andò benissimo. L’anno successivo, il Teramo perse gli spareggi a Terni e il sogno della C1 sfumò ancora. Ma Ercole De Berardis aveva già la squadra fatta per ben figurare in C1 e aveva richiamato ‘Rumi’ in anticipo.
E dalla delusione di giugno al trionfo di Natale il passo fu breve. Quella squadra stravinse il campionato, a dicembre era già con un piede e mezzo nella categoria sopra. E come nel 1985 aveva dato la panchina a Bruno Piccioni da appena due mesi in possesso del patentino, affidò la squadra, nella sorpresa generale, al teramano Antonio Luzii: fu una scommessa, che per poco non diventò un colpaccio, il Teramo a gennaio era primo in classifica in C1 e vedeva la Serie B da molto vicino. Non finì bene, perchè i biancorossi persero terreno e scesero sotto all’ottavo posto che avrebbe significato Coppa Italia con le squadre di A e B.
De Berardis fu presidente dal 1980 al 1988, quando cedette le quote a un imprenditore ascolano, tal Costantini, che sfilò al Comunale e fu festeggiato da presidente in piazza Martiri, per poi fuggire oltre il Tronto. E De Berardis dovette tornare per gestire il passaggio alla Teramo gestioni e partecipazioni, pool di imprenditori il cui esordio concise con la retrocessione del Teramo in C2. Ciao pres, la storia ti ha dato ragione e rivalutato, e anche quei teramani che ti avversavano e ti impedirono di restare ancora più a lungo alla guida del tuo Teramo e scalare la B, si sono ricreduti.
La camera ardente sarà allestita domani, martedì 21 gennaio, nella casa funeraria Ambra (in via Bruschelli, a Villa Pavone) e sarà aperta dalle 15 fino ai funerali, in programma mercoledì 22 gennaio, alle 15, nella Cattedrale di Teramo.